Uscire più attivi dalla stagione invernale: i consigli pratici
Diversi fattori in genere possono contribuire a una generale riduzione nel livello di attività fisica praticato durante la stagione invernale: riduzione nelle ore di luce, condizioni ambientali meno favorevoli, comparsa di qualche malanno di stagione ecc, con il risultato che complessivamente (salvo per i praticanti di sport invernali) il livello generale di attività tende , anche se in diversa misura, a ridursi comunque in maniera significativa.
La ripresa dei consueti livelli di attività “propri della bella stagione” comunemente tende a rappresentare una fase piuttosto drammatica in quanto nonostante le comuni raccomandazioni associate a quanto sarebbe comunque consigliabile dal buon senso, spesso e volentieri sull’onda dell’entusiasmo viene a mancare un elemento fondamentale: la gradualità.
L’assenza di gradualità nel ritorno alla pratica delle comuni attività svolte a pieno regime spesso e volentieri finisce con il rendere questi periodi ancora più pesanti rispetto a quelli di forzata inattività o ridotta attività invernale.
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Quali possono essere quindi le indicazioni per un graduale e a-traumatico ripristino dei consueti livelli di attività e quali strumenti nutraceutici eventualmente possono rendersi utili nel supportare questa fase?
PRIMO PASSO
Frenare l’entusiasmo, anche se non vediamo l’ora di ritornare a praticare al 100% la nostra attività preferita l’approccio graduale che consideri fattori come età, livello di condizione fisica, stato di allenamento eccetera, dovrebbe guidarci nel porre obiettivi graduali e facilmente raggiungibili volti a fare passi non più lunghi della gamba, che possano rendere piacevole e non traumatico questo periodo
SECONDO PASSO
Fornire un adeguato apporto di nutrienti essenziali, bando agli stili alimentari inutilmente restrittivi, si renderà importante assicurare un buon apporto di sostanze essenziali tra cui aminoacidi in primis (assicurandosi di introdurre almeno 1-1,2 g di proteine /kg peso corporeo), vitamine e minerali utilizzando come fonte privilegiata frutta e verdura fresche di stagione da integrare eventualmente con multivitaminici e/o multiminerali nel momento in cui l’assunzione mediante alimentazione non dovesse essere sufficiente.
Assicurarsi un corretto apporto di acidi grassi della serie omega 3 consumando almeno 2 porzioni di pesce azzurro e/o salmone alla settimana.
TERZO PASSO
Assicurarsi di dedicare sufficiente tempo ai processi di recupero e supercompensazione: in quanto anche in presenza di un allenamento perfetto e di un profilo alimentare ottimale, l’assenza di recupero è comunque in grado di compromettere l’ottenimento di qualunque risultato.
A questo punto nel qual caso ancora non ci dovesse essere un risultato completamente soddisfacente è possibile ricorrere anche a supporti nutraceutici tra cui principalmente:
- Tonici adattogeni come Panax ginseng o Rodhiola rosea, che uniscono effetti stimolanti ad effetti rilassanti con il netto risultato di stimolare senza agitare
- Supporti ergogenici – metabolici: come ad esempio la l-Glutammina, fondamentale in tutti i processi di recupero e di detossificazione, utile anche nel favorire i processi legati alla concentrazione e all’attività mentale. Molto interessante anche la Taurina, utile stabilizzatore delle attività correlate al sistema nervoso centrale e quindi nel supportare l’attività in caso di fatica fisica e mentale.
- Nutrienti essenziali: Fondamentali a completamento di un alimentazione non del tutto corretta, possono mostrarsi molto utili aminoacidi essenziali, vitamine (soprattutto vitamina D e vitamne del gruppo B) , minerali e acidi grassi della serie omega 3.
- Modulatori/stabilizzatori del sonno: come Magnesio ad buona/alta biodisponibilità (Citrato, Carbonato, Bisglicinato eccetera), estratti di Valeriana, Passiflora e Biancospino in grado di favorire le naturali dinamiche di rilassamento. Molto utile anche la melatonina, nella regolazione dei naturale decorso del ritmo sonno/veglia e nella stabilità dl sonno.
L’insieme di questi accorgimenti può rappresentare un approccio vincente, nel supportare questo delicato periodo di transizione, rendendolo qualcosa di piacevole e fisiologico anziché traumatico.