La stitichezza è un problema che affligge in occidente una considerevole parte della popolazione. Molti fattori possono stare alla base di questa problematica tra cui alimentazione scorretta, ritmi di vita irregolari, scarsa attività fisica eccetera. Ma oltre a questi fattori si rende necessario considerare anche quelli che possono sottendere un problema spesso troppo trascurato: lo stato di salute dei batteri che vivono nel nostro intestino, permettendone un coretto funzionamento, il così detto microbiota intestinale.
Come interviene il microbiota sulla regolarità intestinale?
Generalmente un intestino normofunzionante ha un indice di biodiversità che rientra entro un certo margine di variabilità. Se questo indici si dovesse rivelare (come in seguito all’assunzione di antibiotici) piuttosto ridotto si va solitamente incontro a alvo diarroico, mentre se al contrario la biodiversità si dimostra estremamente elevata si va di solito incontro a stitichezza. Esiste poi la condizione di alvo alterno che può manifestarsi quando determinate specie batteriche incrementano progressivamente la loro quantità per un periodo di tempo (fase di stipsi) per poi arrivare ad una massa critica che viene eliminata con qualche giorno di fase diarroica.
L’equilibrio: la chiave della salute intestinale
Come in molti altri settori anche per il funzionamento intestinale l’equilibrio rappresenta la chiave di volta. Cercare di ristabilire un equilibrati livelli di batteri intestinali rappresenta uno degli obiettivi principali nella risoluzione della stipsi.
Equilbrio intestinale: come raggiungerlo?
Tra le tante specie batteriche presenti nell’intestino quelle che si rivelano maggiormente in grado di favorire un equilibrato funzionamento intestinale si ritrovano principalmente nei lactobacilli e nei bifidobatteri: è proprio all’interno di queste specie possiamo cercare uno strumento ottimale per il riequilibrio intestinale. Nel considerare questo aspetto è importante ricordare come le proporzioni fisiologiche siano di 10:1 a favore dei bifidobatteri, per cui per ogni lactobacillo sarebbe teoricamente importante fornire almeno 10 bifidi. Questo in teoria sarebbe ottimale ma in pratica si rivela difficilmente praticabile in quanto i bifidi sono molto delicati e difficili da lavorare, per cui un ottimo compromesso è rappresentato almeno dal rapporto 1:1.
Prebiotici
Anche nell’utilizzo di fibre prebiotiche, che possono favorire il graduale riequilibrio del microbiota intestinale, sarà necessario considerare questi aspetti, assumendo fibre prebiotiche dai prevalenti effetti di stimolazione sui bifidi e sui lattici sempre nella proporzione 10:1.
L’utilizzo di una miscela di batteri e di fibre prebiotiche nelle proporzioni descritte potrà favorire un più equilibrato sviluppo del microbiota intestinale con interessanti possibilità applicative anche nel miglioramento di diverse tipologie di quadri di irregolarità intestinale.