Candidosi: conoscerla per prevenirla
Con la generica definizione di candidosi vengono identificate tutta una serie di infezioni fungine dovute a microrganismi del genere Candida (di cui Candida Albicans è il più comune) che possono manifestarsi generalmente a livello superficiale (come ad esempio in ambito orale o genitale), o in soggetti debilitati/immunocompromessi a livello sistemico con esiti potenzialmente letali.
Infatti i lieviti del genere Candida sono comunemente parte del microbiota (insieme dei microrganismi che colonizzano un area dell’organismo) cutaneo e/o delle mucose superficiali, in condizioni normali non causano infezione in quanto la crescita viene controllata dall’azione congiunta di altri microrganismi e del sistema immunitario.
Esistono diversi fattori in grado di perturbare questo delicato equilibrio come per esempio:
- L’utilizzo di detergenti aggressivi e tanto più quello di antibiotici in grado di limitare la crescita di microrganismi che contribuiscono all’equilibrio delle popolazioni microbiche.
- L’utilizzo di contraccettivi ormonali così come la gravidanza
- Il diabete mellito così come una dieta eccessivamente ricca di carboidrati (soprattutto zuccheri semplici)
- Fattori comportamentali: correlati all’utilizzo di abiti che favoriscono la sudorazione e il mantenimento di un ambiente umido in determinate aree corporee o comunque la mancata adozione di accorgimenti volti a prevenire quest’eventualità.
Le infezioni superficiali sono generalmente caratterizzate da sintomi quali sensazione di disagio, infiammazioni a livello locale, prurito, bruciore, dolore, irritazione e comparsa di piaghe rossastre.
Questi sintomi comunque possono essere comuni a numerose tipologie di infezioni batteriche e fungine, sia da unico microrganismo sia miste, quindi la loro presenza non è esclusivamente indicativa di infezione da candida.
In assenza di manifestazioni cliniche spiccatamente evidenti (es: mughetto del cavo orale) la diagnosi viene posta mediante l’esecuzione di un tampone, il materiale prelevato può essere messo in coltura per verificare lo sviluppo di lieviti (metodica lenta che richiede diversi giorni) oppure studiato in microscopia ottica con idrossido di potassio al 10% (che elimina altri microrganismi e le cellule cutanee lasciando integre le cellule di Candida), permettendone l’identificazione.
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La prevenzione anche in questo caso rappresenta una delle principali soluzioni, si rivela molto importante infatti adottare norme igieniche quali:
- Evitare il contatto prolungato con tessuti sintetici in grado di ostacolare una funzionale traspirazione cutanea
- Evitare l’uso di detergenti aggressivi o comunque l’abuso di detergenti in grado di alterare il pH cutaneo e/o mucosale
- Evitare rapporti sessuali a rischio in assenza di opportune protezioni (condom maschile o femminile)
Le infezioni superficiali sono in genere facilmente risolvibili con trattamenti a base di disinfettanti (clorexidina nella profilassi, soluzioni di cloro nel trattamento) e farmaci antimicotici (in genere derivati azolici), in ambito pediatrico il mughetto orale viene nelle fasi più precoci affrontato tamponando le zone interessate con garze imbevute di soluzioni di acqua e bicarbonato.
Molto interessanti anche gli approcci nutraceutici e i dispositivi medici che utilizzano derivati vegetali come l’estratto di Krameria triandra, in grado di compromettere le strutture cellulari più esterne delle candide lasciando integre quelle dell’organismo.
In soggetti immunodepressi potrebbe essere necessario l’utilizzo di una profilassi antimicotica per cui valgono le stesse regole utilizzate per la profilassi antibiotica, in termini di rispetto dei dosaggi e delle tempistiche di assunzione, onde evitare lo sviluppo di resistenze da parte dei microrganismi.
L’utilizzo di questi semplici accorgimenti può contribuire a limitare, evitare o favorire il trattamento delle infezioni da candida, situazione sempre insidiosa ma ancor di più nel periodo estivo.