Il colesterolo alto rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare in grado di contribuire anche singolarmente alla progressione di numerose patologie degenerative che interessano il sistema circolatorio. Esistono diverse condizioni per cui i livelli sanguigni di colesterolo possono innalzarsi oltre i limiti consigliati, alcune determinate in prevalenza da fattori genetici altre determinate in prevalenza da fattori comportamentali.
Gestire le diverse casistiche
Chiarire con il proprio medico curante in quale possibile casistica si rientra rappresenta molto probabilmente la principale priorità prima di impostare un trattamento di qualsiasi tipo. Questo permetterà di identificare tutte quelle casistiche dove essendo presente un’importante componente genetica, sia necessario procedere in prima battuta con una terapia farmacologica. Esclusa questa tipologia di casi (dove la terapia farmacologica rimane comunque indicata) è possibile pensare di intervenire con due principali categorie di modifiche sulle stile di vita intervenendo sull’alimentazione e sull’attività fisica.
Intervenire sull’alimentazione
L’intervento sulle abitudini alimentari rappresenta in tutti quei casi dove sono presenti comportamenti non ottimali un elemento in grado di contribuire in maniera significativa al miglioramento del quadro metabolico. In particolare ci sono tre elementi nutrizionali maggiormente implicati nel contribuire alla marcata elevazione dei livelli di colesterolo:
- Elevato consumo di grassi saturi
- Elevato consumo di colesterolo alimentare
- Eccessivo consumo di carboidrati
Da tempo le principali line guida incoraggiano infatti un consumo di grassi saturi che non superi il 10% del totale giornalmente consumato, cercando di mantenere nello stesso tempo il consumo di colesterolo al di sotto dei 600 mg/die. Nel raggiungimento di questi obiettivi risulta molto importante evitare l’assunzione di carni rosse lavorate e limitare l’assunzione di carni rosse fresche e di frattaglie, preferendo fonti di proteine più magre quali carni bianche, pesce alternate a proteine vegetali come per esempio quelle derivate da legumi. Anche i carboidrati rispecchiano un ruolo centrale: infatti se consumati in eccesso soprattutto se derivati da fonti raffinate o comunque povere di fibra, possono contribuire all’elevazione dei livelli di colesterolo apportando un eccesso di “mattoni” con cui il corpo può produrlo.
Intervenire sull’attività fisica
L’attività fisica rappresenta un altro elemento fondamentatale per il mantenimento dell’efficienza e dell’efficacia dell’organismo. Da un lato permette di incrementare il dispendio e l’efficienza nel bilancio energetico e dall’altro consente una maggiore efficienza nel ricambio e nella costruzione di massa muscolare efficiente e metabolicamente attiva. La stragrande maggioranza delle linee guida consiglia infatti l’esecuzione di 150 minuti per settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata come approccio di base per favorire il mantenimento di un adeguata condizione di salute. A questi, quando non controindicato, viene consigliata l’aggiunta di attività fisica contro resistenza (sotto forma di esercizi con sovraccarichi adeguati alle capacità dell’esecutore) dalle 2 alle 3 volte a settimana. In molti casi la diretta pratica di attività fisica non interviene direttamente sui livelli di colesterolo, ma mostra effetto indirettamente sui processi che possono contribuire al suo metabolismo e alla sua riduzione.
L’adozione di uno stile di vita virtuoso potrà contribuire notevolmente alla salute metabolica dell’organismo, favorendo una migliore funzionalità delle numerose funzioni coinvolte e di conseguenza un importante miglioramento delle condizioni generali di salute.