Emorroidi: sintomi, cause, cure e rimedi
Luni dall’essere un prodotto dello stile di vita moderno le problematiche di natura emorroidaria sono state documentate dalla notte dei tempi, sia la storia biblica , quella greca e quella romana riportano in diverse testimonianze come problematiche di questo tipo o problematiche affini sembravano affliggere il genere umano oggi come allora.
Il termine “emorroidi” vede nella sua etimologia proprio il concetto di sangue e di scorrimento e impropriamente viene associato alla malattia emorroidaria, mentre le emorroidi nel senso anatomico del termine sono strutture vascolari fisiologicamente presenti nel canale anale, che oltre al ruolo vascolare esercitano un importante funzione nella continenza fecale.
La malattia emorroidaria si verifica invece quando questi vasi (le emorroidi appunto) per diversi motivi tendono ad infiammarsi, con fastidio , dolore e sanguinamento ingravescenti e correlati alla progressione della malattia.
A oggi non è stata identificata una singola causa di malattia pur essendo abbastanza chiaro il ruolo di alcuni fattori predisponenti tra cui:
- Mancanza di esercizio fisico
- Scorretta nutrizione (soprattutto dieta povera di fibre)
- Incremento nella pressione intra-addominale (come per esempio da gravidanza, ascite, masse addominali o sforzi prolungati)
- Predisposizione genetica,
- Assenza di valvole all’interno delle vene emorroidarie dovuta a digenesia o agenesia
- Invecchiamento con perdita di continenza dei diversi elementi delle strutture vascolari
- Obesità
- Mantenimento della posizione seduta per tempistiche prolungate e ripetute
- Tosse cronica
- Disfunzione del pavimento pelvico di diverso livello
- Alterazioni dell’alvo (in particolare stipsi protratta ma anche fenomeni diarroici per periodi prolungati sono sti correlati ad un maggior ischio nello sviluppo della malattia emorroidaria.
L’incremento del rischio dovuto alla pressione intra addominale tende normalmente a scomparire con la riduzione di tale pressione, sia essa correlata al parto , all’eliminazione chirurgica di eventuali masse o alla sospensione del lavoro fisico contro resistenza come ad esempio il sollevamento pesi, mentre le posture sedute prolungate che possono favorire queste manifestazioni possono anche essere correlate alla pratica di diversi sport come per esempio ciclismo, motociclismo o equitazione.
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Esistono diverse tipologie di trattamento che possono variare in base alla gravità del quadro riscontrato, il primo approccio può essere rappresentato dall’incremento nel consumo di fibre, meglio se solubili, accompagnate da un adeguata assunzione di liquidi in caso contrario si riscontra in genere l’effetto opposto).
Farmaci ad azione antinfiammatoria di diversa natura possono mostrarsi utili nel controllo dei sintomi arrecando temporaneo sollievo, anche se rimane importante da ribadire come una riduzione della sintomatologia derivante dal loro utilizzo non debba comunque essere interpretato come un segno di guarigione ma piuttosto come una mera modalità volta al controllo della sintomatologia.
Farmaci e nutraceutici ad azione flebotrop (come per esempio l’estratto di centella, di semi di uva, di mirtillo o dei derivati semi-sintetici ottenuti dalla loro lavorazione) possono mostrare interessanti possibilità applicative sia in monoterapia (nei casi più lievi) che associati ad altri approcci (di natura farmacologica o di natura chirurgica).
In ultima battuta sono disponibili diverse possibilità risolutive di natura chirurgica che possono andare da approcci minori (eseguibili in alcuni casi anche in ambito ambulatoriale) da attuarsi quando la sintomatologia inizia ad essere significativa o comunque quando non si osservano progressi con il trattamento conservativo per arrivare agli interventi di chirurgia maggiore da riservare a tutti quei casi non diversamente affrontabili.
Queste problematiche pur non rappresentando in genere veri e propri quadri di emergenza, richiedono comunque un attento monitoraggio e un adeguato approccio terapeutico in quanto alla base sia di potenziali quadri di anemia (quando non opportunamente affrontati per tempistiche prolungate ) e di un importante decadimento nella qualità della vita, sia per il discomfort di natura sociale che per la più o meno importante sintomatologia di natura fisica che potenzialmente ne può derivare.
